PROGETTO MISSIONE BURKINA FASO

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Cuorenero 2016

Il calendario Cuore Nero 2016 quest’anno presenta alcune caratteristiche anche geografiche del Burkina Faso, paese dalle mille contraddizioni, dove etnie e religioni diverse convivono pacificamente, ma dove è dura la vita a causa della desertificazione, del clima, delle condizioni igienico-sanitarie, delle malattie endemiche come la malaria e quelle più moderne come l’AIDS, l’analfabetismo, lo sfruttamento delle poche risorse agricole e del sottosuolo da un colonialismo economico duro a morire. In questa situazione emerge il ruolo della giovane ed entusiasta chiesa burkinabé. Ormai i missionari venuti dall’Europa stanno pian piano venendo meno e numerose vocazioni maschili e femminili locali che portano avanti l’evangelizzazione e la promozione umana. Ecco allora che il ricavato del calendario va anche a sostenere le strutture ecclesiali come il Seminario minore di Ouahigouya e di Koupela, il monastero delle clarisse di Saye e quello dei piccoli fratelli di Charles de Foucauld di Honda, il Seminario maggiore di Ouagadougou e alcune parrocchie dei villaggi più isolati della savana. Il calendario Cuore Nero 2016 allora mette in evidenza nell’ultima pagina alc uni di questi missionari: mons. Prosper Kontiebo e fratel Vincenzo con due giovani religiosi camilliani, suor Edwige e alcune consorelle Domenicane della Presentazione di Toessè, suor Philomene con alcune novizie Apostole del Sacro Cuore, l’abbé Dieudonné Ouedraogo con alcuni studenti teologi del Seminario maggiore di Bobo Dioulasso, la seconda città e capitale economica del Burkina. Il sostegno finanziario è fondamentale ma importante è anche l’incontro personale, lo scambio di esperienze, la condivisione della preghiera e dell’unica fede in Gesù Cristo, salvatore e fratello universale di tutti gli uomini. La messa con i seminaristi, la partecipazione al pellegrinaggio della Diocesi di Tenkodogo, la grande celebrazione eucaristica al Santuario mariano nazionale di Yagma sono stati eventi ecclesiali a cui don Sandro e gli altri componenti il gruppo hanno partecipato. Una chiesa giovane, piena di vita, di entusiasmo, di speranza, che non si vuole arrendere e soprattutto non vuole aver paura di testimoniare pubblicamente la propria fede senza imporla a nessuno. Una chiesa in uscita, secondo la felice espressione di Papa Francesco, in uscita e per questo libera da condizionamenti e tradizioni ormai non più all’altezza dei tempi. Una chiesa quella del Burkina certamente non perfetta ma capace di puntare in alto e ricca di grande vitalità, da cui anche la nostra chiesa europea e italiana ha tanto da imparare e forse da imitare.