PROGETTO MISSIONE BURKINA FASO

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Cuorenero 2020

Il calendario CuoreNero 2020 porta il grido je suis burkinabé per esprimere solidarietà e amicizia, ma anche per attirare l’attenzione sui numerosi attentati che in questi ultimi due anni hanno devastato il paese: soprattutto è in atto una vera e propria persecuzione contro i cristiani, nell’indifferenza dell’Occidente che vende le armi ai terroristi anzichè fermarli. Il Burkina Faso, paese dell’Africa sub-sahariana tra i più poveri del mondo, patria della convivenza pacifica fra etnie e religioni diverse, sta attraversando una gravissima crisi sociale che provoca insicurezza e destabilizza il paese: diversi attentati terroristici hanno seminato morte e paura, creato migliaia di profughi, abbandono di villaggi, chiusura di scuole e delle già precarie attività produttive (agricoltura, allevamento, commercio, artigianato). Dopo gli attentati del 2016 al Capuchino Cafè e allo Splendid Hotel, del 2017 al ristorante Aziz Istabul e nel marzo 2018 alla sede dell’ambasciata francese a Ouagadougou sono state numerose le azioni terroristiche che hanno colpito non solo la capitale ma si sono estese in altre zone del paese, soprattutto al centro nord verso il Mali. Alla fine del 2018 nella zona di Ouahigouya oltre 300 scuole cattoliche sono state chiuse, alcune sono state poi bruciate. Ma soprattutto nel 2019 che c’è stato un boom di attacchi : il rapimento a marzo di un sacerdote a Djibo, ad aprile uccisioni e saccheggi a Dori nella provincia di Soum, in maggio a Dablo una strage di fedeli, sacerdote compreso, durante la messa, a Zimtenga durante una processione, a Titao e in altri villaggi fino all’ultima strage, domenica 1 dicembre in una chiesa protestante. Oltre ai luoghi di culto cristiani, in questi ultimi mesi, numerosi sono stati gli attacchi e raid terroristici anche contro le moschee, diverse caserme ma soprattutto sono i villaggi più isolati quelli presi di mira. Per questo in alcune regioni molta parte della popolazione è costretta a fuggire, abbandonando le loro case, con conseguenze facilmente immaginabili per la già fragile economia del Burkina, segnata dalla siccità del 2017 e da una diffusa carestia nel 2018. Questa situazione non può lasciare indifferenti, ecco allora il nostro contributo, il nostro grido Je suis burkinabé espresso in ogni pagina del calendario per intensificare la nostra solidarietà e cooperazione verso un popolo fiero, integro e libero, un popolo che sentiamo vicino e amico. Soprattutto in questo momento difficile, in cui anche la speranza sembra vacillare sotto i colpi delle armi e delle bombe, il Progetto CuoreNero vuole guardare avanti con fiducia, senza rassegnarsi alla violenza e al terrore, ma impegnarsi ancora di più con forza e determinazione