PROGETTO MISSIONE BURKINA FASO

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Cuorenero 2018

Cuore Nero 2018: il calendario, ormai un appuntamento classico e atteso alla fine dell’anno dalla comunità dell’Argentario ma anche di tante altre persone legate in vario modo alla Missione in Burkina Faso, si presenta ancora una volta con una veste grafica originale, dove le immagini riescono a parlare da sole e a trasmettere un prezioso spaccato della vita di questo popolo. Le foto narrano così un paese di grandi differenze, le sue mille contraddizioni, il suo caos di colori e sapori, la vitalità della sua gente che s’industria a tutto pur di sopravvivere e a sorridere alla vita. Ecco, sorridere alla vita, è sicuramente il motivo dominante che troviamo lungo le pagine dei dodici mesi: le donne che raccolgono acqua dai pozzi o che battono il miglio, i bambini che si incontrano ovunque, per strada, sulle bici, nei carretti, in collo alle giovani madri, nelle malmesse aule delle scuole o tra i banchi sgangherati delle chiese. E poi i giovani, forse meno sorridenti dei bambini, ma sempre fieri e orgogliosi della loro storia, anche quando li vedi stipati e ammassati nei camion o sfruttati e sporchi di sabbia e fango a scavare nelle miniere d’oro. Le miniere d’oro, l’ultima grande illusione e l’ennesimo sfruttamento di questa gente. Il calendario allora in un reportage degno del miglior cronista racconta la condizione di questi giovani in una delle miniere d’oro artigianali più simili ad una bolgia infernale, uno di quei luoghi fuori dal mondo dove schiavitù, violenza, fatica, sudore, percosse e violenze di ogni genere hanno il sopravvento su tutto e su tutti. Per questo il calendario serve anche a raccontare uno spaccato dell’Africa e in questo caso del Burkina dove il tempo sembra si sia fermato all’età della pietra e valga ancora la legge del più forte. Il ricavato della vendita sarà destinato alla comunità di Bourzanga nel cui territorio si trova la miniera di Alga: in questo luogo infernale, lungo un pendio brullo ricoperto di polvere grigia e crivellato da centinaia di buchi, profondi perfino 170 metri, vivono e si ammassano migliaia di persone, un formicaio di disperati che ogni giorno si calano con verricelli artigianali nelle viscere della terra per raggiungere le falde aurifere ed estrarre tonnellate di terra per poi setacciarle con la speranza di poter trovare qualche grammo d’oro. Più che una miniera d’oro, una miniera di sofferenza e schiavitù, illusione e